Nel tentativo di impedire la partenza e l'operatività dei treni NTV nel 2012 e, di conseguenza, di provocare alla società gravi e irreparabili danni, il nuovo Prospetto informativo della rete (PIR), documento che regola i rapporti tra RFI (Gestore della infrastruttura) e imprese ferroviarie, cambia in maniera sostanziale le regole di accesso alla rete ferroviaria.
Il Cda di NTV, riunitosi oggi sotto la presidenza di Luca di Montezemolo, dopo avere esaminato il nuovo Prospetto informativo, predisposto da RFI (società del Gruppo FS, controllato dal Ministero dell'Economia),denuncia all'unanimità il gravissimo comportamento del Gestore della rete che, a pochi giorni dalla presentazione della richiesta di tracce orarie per l'anno 2012, ha deciso unilateralmente di modificare la disciplina in vigore al momento della sottoscrizione dell'Accordo Quadro tra RFI e NTV (gennaio 2008).
Proprio sulla scorta di questo Accordo è stato predisposto il piano industriale di NTV in base al quale imprenditori privati hanno investito 1 miliardo di euro nel progetto e hanno già assunto 300 persone, dando il via a un piano di occupazione da oltre 2.000 posti, tra diretti e indiretti.
Il Cda NTV non può che giudicare tale comportamento inaccettabile in un Paese di diritto e illegittimo ai sensi della vigente normativa: il nuovo PIR, infatti, cambia le regole in corsa per tutte le imprese ferroviarie, ignora le prescrizioni dell'Ufficio per la Regolazione dei Servizi Ferroviari (URSF), e concede alle imprese solo sette giorni per eventuali osservazioni.
In sostanza, è un vero e proprio "colpo di mano" di RFI che dimostra, ancora una volta, l'estrema urgenza e la necessità di istituire un soggetto terzo, realmente neutrale, che sovraintenda al corretto svolgimento del processo di liberalizzazione del settore.
Il Cda di NTV chiede pertanto l'immediato intervento del Governo e in particolare del Ministero dell'Economia quale azionista unico del Gruppo FS, affinché cessino una volta per tutte comportamenti che sono vessatori non solo per le imprese, ma anche per il mercato e mirano a impedire ai cittadini la possibilità di fruire dei vantaggi della concorrenza.
Il Cda ha inoltre dato mandato al Presidente, al vice Presidente esecutivo e all'Amministratore Delegato di dare corso a tutte le iniziative volte a tutelare in ogni sede, italiana ed europea, i diritti della Società e dei suoi azionisti.
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