NAPOLI - Con l'ultima traversata del Vincenzo Florio del 25 novembre, cala il sipario sulla storica linea marittima Tirrenia Napoli-Palermo, un collegamento che per quasi un secolo ha rappresentato il"postale" per eccellenza tra il continente e la Sicilia. Una rotta che nasce idealmente con le convenzioni siglate dallo Stato con la Florio negli anni Venti del Novecento per le linee tirreniche meridionali e che oggi viene travolta dalle difficoltà finanziarie del gruppo Onorato-Moby, armatore di Tirrenia CIN.
Una linea simbolo: il "postale" Napoli - Palermo
Il collegamento Napoli-Palermo è stato per decenni un vero corridoio di continuità territoriale: partenza serale, arrivo al mattino, coincidenza naturale con la rete ferroviaria sia sul versante tirrenico campano sia su quello siciliano. Un riferimento quotidiano per generazioni di viaggiatori - studenti, militari, emigranti, turisti - che viaggiavano con "il postale".
Negli ultimi anni la linea era esercitata con cadenza giornaliera, con attraversamento di circa 10 ore e mezza e partenza serale da entrambi i porti, modalità che consentiva l'interscambio con i treni a lunga percorrenza e con la mobilità regionale.
Il ruolo delle gemelle Vincenzo Florio e Raffaele Rubattino
Protagoniste dell'ultima fase del servizio sono state le due unità gemelle della classe "Vincenzo Florio", traghetti Ro-Pax costruiti alla fine degli anni Novanta dai Cantieri Navali Ferrari di La Spezia e completati da INMA/Nuovi Cantieri Apuania.
Vincenzo Florio e Raffaele Rubattino, unità quasi identiche consegnate nel 1999 e nel 2000, sono state progettate fin dall'origine per il servizio quotidiano sulla Napoli-Palermo, su cui hanno operato in modo pressoché continuativo per oltre vent'anni.
Una storia operativa intensa, non priva di incidenti
La carriera del Vincenzo Florio sulla Napoli-Palermo è stata segnata anche da alcuni eventi tecnici rilevanti, tra cui due incendi a bordo - il più grave nel 2009 - che hanno comportato lunghi periodi di fermo e ricostruzione delle sovrastrutture, prima del rientro in servizio nel 2012.
La gemella Raffaele Rubattino, rimasta quasi sempre titolare della rotta, è stata a sua volta protagonista nell'agosto 2025 di un principio di incendio in sala macchine, conclusosi senza feriti ma con il traghetto rimorchiato fino a Napoli e successivamente indisponibile per la linea.
In queste fasi di emergenza, Tirrenia ha spesso fatto ricorso ad altre unità della flotta - come il Janas o lo Sharden - a conferma del ruolo strategico riconosciuto per anni al collegamento Napoli-Palermo nella rete dei servizi del gruppo.
Fine di un'epoca. Una pagina che si chiude
Secondo le informazioni circolate nelle ultime settimane e confermate dai fatti del 25 novembre, la rotta non è più prenotabile dal giorno successivo e l'ultima partenza del Vincenzo Florio ha sancito la chiusura del servizio di linea.
Lo stop non ha solo un valore simbolico: lascia senza prospettive chiare centinaia di marittimi imbarcati e il personale di terra tra i porti di Napoli e Palermo. Per quanto concerne le due navi, mentre il Florio - secondo le prime indicazioni - sarebbe destinato ad essere impiegate su altre tratte del network Moby/Tirrenia, per il Rubattino non si esclude la demolizione.
In assenza di questa rotta, la mobilità tra Campania e Sicilia si sposterà su GNV e Grimaldi, compagnie private da tempo presenti anch'essi sulla linea Napoli-Palermo. Una valida alternativa che però non potrà far dimenticare "il postale" di Tirrenia che per quasi un secolo è stato un riferimento tra le due città.
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