L'avvenimento che si è realizzato l'8 e 9 aprile 2006 nel Deposito Locomotive di Milano Smistamento può essere veramente definito storico. Una due giorni "porte aperte" con la presenza contemporanea di cinque E.626, tre E.428, quattro E.645, sei E.636, due E.424 ed una E.646 nelle livree d'origine che ha riscosso il gradimento di ben 3000 persone circa. Ma non basta: erano presenti anche il complesso ALe 883.007 + Le 883.001, la E.623.629 "Varesina" e, attiva protagonista della manifestazione, la 625.177 che ha compiuto moltissime corsette gratuite lungo un percorso interno di oltre due kilometri di lunghezza trainando un carro ed la carrozza anni '50 Bz 45433.
Ho vissuto questo eccezionale evento da un punto di osservazione privilegiato, avendo fatto parte del personale volontario che ha prestato la propria opera per la sua migliore riuscita. Durante la preparazione della manifestazione ho potuto pertanto osservare con calma e senza la presenza del pubblico la grande concentrazione di mezzi storici e, tornando con l'immaginazione indietro nel tempo, rivivere le emozioni provate in passato quando questi mezzi erano ancora in servizio, ammirando l'arrivo dei vari convogli d'epoca e le manovre per il posizionamento dei singoli veicoli. La visione della parata delle locomotive elettriche attorno alla rotonda alla luce del tramonto, la sera prima dell'apertura al pubblico, è stato un momento sicuramente emozionante che mi ha ricompensato abbondantemente dell'impegno per l'opera da me prestata.
Debbo dire che buona parte dei visitatori era formata da appassionati che sicuramente hanno apprezzato tutti i mezzi storici esposti e fra questi anche un discreto numero di stranieri, che non si sono lasciati sfuggire questa importante occasione. Ma non solo. Un'altra parte degli ospiti era formata da ferrovieri con famiglia al seguito, in servizio o in pensione, oppure da persone che un tempo in qualche modo avevano gravitato per motivi di lavoro attorno all'impianto. Nei momenti in cui ho svolto servizio sia presso l'accoglienza all'ingresso sia presso la rotonda, ho potuto prendere contatto con questa realtà con mio grande interesse e curiosità.
Ho conosciuto, ad esempio, un pensionato assieme al figlio e ai nipoti che con orgoglio mi ha raccontato di aver lavorato negli anni '50 presso la sella di lancio dello smistamento merci dell'impianto meneghino. In quel periodo postbellico il servizio ferroviario non aveva ancora ripreso a pieno regime e gli orari dei treni non rispondevano ancora alle esigenze dei lavoratori. Egli quindi preferiva recarsi al lavoro in bicicletta partendo da Merate, paese tra Milano e Lecco nel cuore della Brianza a quasi 30 km di distanza, piuttosto che prendere il treno che partiva troppo presto.
Ecco poi il macchinista ottantunenne che, avvicinatosi alla E.428.058 esposta in parata, mi racconta un episodio della sua carriera del quale andava molto fiero. Mentre era alla guida proprio della stessa locomotiva, nel lontano novembre 1966, nonostante non fosse stato avvertito per iscritto dal personale di stazione di un severo rallentamento in linea nelle vicinanze di Lodi, era riuscito ugualmente a rallentare il treno carico di centinaia di pendolari evitando quindi un'immane tragedia. Non fa in tempo a terminare il racconto che con mia grande stupore in un attimo sale con grande sicurezza sul praticabile della locomotiva per farsi scattare alcune foto ricordo da parenti e amici. Ho poi scoperto che, proprio quel giorno, sarebbe stato premiato con una medaglia d'oro per il valore dimostrato in servizio quella fredda mattina dell'autunno 1966.
Altra gradita sorpresa: alcuni ospiti, dopo la visita, si fermano per ringraziare ed esprimere il loro consenso all'iniziativa. Ed anche tanti bambini e tante famiglie che hanno potuto godere degli ampi e gradevoli spazi interni del deposito, in un clima quasi da sagra paesana, usufruendo fra l'altro dei servizi di ristorazione all'interno della mensa del deposito e delle attrezzate carrozze d'epoca DUz 95012 e Bz 37038 dove hanno prestato il loro prezioso servizio i volontari dell'Associazione "Gruppo ALe 883". Molto apprezzate anche le "corsette" della 625.177 che, a retromarcia si spingeva lungo un obsoleto binario fino alla zona dell'ex carbonaia per poi tornare indietro a tutto vapore, per non parlare delle frequenti dimostrazioni di giratura delle locomotive sulla piattaforma.
Fra i rotabili era esposti ha fatto bella mostra di sé anche un ormai raro automotore da manovra ABL tipo "sogliola" funzionante. Questa unità, numerata 4526 e costruita dalla ditta Antonio Badoni di Lecco nel 1943, è stata recuperata a Codogno (LO) presso la ditta Bakelite Italia, dove giaceva accantonata all'aperto dal 1990. Rimessa in funzione a tempo di record dal competente personale tecnico dell'officina milanese è stata poi riverniciata esteticamente da noi volontari, in attesa di un restauro più approfondito anche in vista del suo utilizzo nelle manovre delle nuove locomotive D.146 sul carro trasbordatore dell'officina diesel.
Questo eccezionale evento, a livello sicuramente di analoghe ed apprezzate iniziative d'oltralpe, è stato possibile grazie all'impegno della dirigenza dell'officina e dell'impianto, di singoli ferrovieri e di appassionati, che ha permesso di coinvolgere le varie strutture di Trenitalia che hanno collaborato concretamente per la migliore riuscita della manifestazione: la Manutenzione ed Esercizio dei Rotabili Storici (MERS), che ha fornito i mezzi, la Direzione Operazioni Tecniche e la Direzione Generale Operativa Logistica, che si sono occupate dell'organizzazione degli spazi aperti al pubblico. In conclusione la manifestazione è stata un'occasione per far riemergere un giusto spirito di gruppo e di appartenenza all'azienda come da tempo non si riscontrava ed è stato possibile dimostrare le grandi potenzialità culturali dei rotabili storici di Trenitalia che ottiene la giusta considerazione all'interno dell'azienda, ora più attenta alla salvaguardia ed al recupero dei rotabili che hanno fatto la storia delle nostre ferrovie.
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