L'autotrasporto italiano rischia un fermo tecnico profilando un blocco nella mobilità delle merci da e per tutte le destinazioni del Paese. Già oggi, circa il 25%, ovvero un camion su quattro, della flotta italiana di mezzi pesanti è ferma nei piazzali. A denunciare il graduale stop dei mezzi è Trasportounito, che monitora le attività delle imprese e le crescenti complicazioni che non consentono il regolare svolgimento delle attività:
- molti conducenti si rifiutano di eseguire i servizi sia per il timore dei contagi, sia per la scarsa disponibilità dei necessari servizi di base per i conducenti, come il divieto di accesso agli autotrasportatori a servizi igienici e centri di ristorazione;
- porti e centri di carico/scarico sono ormai inaccessibili, con i mezzi costretti a sostare per ore e quindi a subire condizioni economiche insostenibili;
- i transiti ai confini (soprattutto Austria e Slovenia) si sono trasformati in incubi;
- in molti casi il mezzo è fermo con merce a bordo perché non gli è stato consentito lo scarico, a causa di scioperi improvvisi o per mancanza di dispositivi di protezione;
- le revisioni ai mezzi pesanti sono state annullate e rinviate, e quindi migliaia di mezzi sono fuori gioco.
Questi sono solo i dati più clamorosamente evidenti; il risultato è un'impennata della tensione e dello stress all'interno del mondo dell'autotrasporto, con un numero crescente di operatori e aziende che si stanno preparando a sospendere a tempo indeterminato l'attività.
"Di qui il rischio - conclude Maurizio Longo, Segretario Generale di Trasportounito - di un fermo tecnico che bloccherebbe l'intera catena logistica e distributiva del Paese, non certo per colpa o responsabilità dell'autotrasporto".
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