BARI - È una delle più antiche locomotive a vapore rimaste in Italia ed è sopravvissuta fino ai giorni nostri grazie a una singolare vicenda, che le conferisce anche un enorme valore affettivo. Stiamo parlando della locotender FSE N. 6, monumentata dagli anni '60 nella stazione di Bari Sud Est ma oggi in un clamoroso stato di degrado.
Per quanto sia straziante vedere un autentico cimelio di archeologia ferroviaria abbandonato in preda alla ruggine, è bene sapere che una minaccia ancora più grande incombeva sul suo destino. La struttura del monumento, infatti, deve essere demolita per lasciare spazio al nuovo fascio di quattro binari previsto dal Nodo Ferroviario di Bari Sud. Nonostante ciò fosse ben evidente dagli elaborati grafici di progetto, nessuna soluzione era stata individuata per preservare l'ultracentenaria vaporiera, esponendola così al concreto rischio di andare perduta per sempre.
Tuttavia il Comune di Triggiano, spinto da una cordata di associazioni locali, ha voluto cogliere l'opportunità chiedendo di poter ospitare la locomotiva sul proprio territorio, in nuova collocazione a pochi chilometri da quella attuale. Un accordo in tal senso è stato sottoscritto circa due anni fa, a seguito di uno scambio epistolare, tra il Sindaco Antonio Donatelli, l'Amministratore Delegato di Ferrovie del Sud Est, Giorgio Botti, e l'Assessore ai Trasporti e alla Mobilità Sostenibile della Regione Puglia, Anita Maurodinoia.
L'annuncio è stato dato giovedì 11 maggio durante un incontro organizzato a Triggiano dal gruppo Kamaludu Semper Scout, per fare il punto della situazione sui lavori di raddoppio della tratta Mungivacca - Noicattaro e interramento della tratta intermedia Triggiano - Capurso.
L'acquisizione della locomotiva costituirà per il Comune di Triggiano non solo un'occasione di rilancio turistico e culturale, ma anche un parziale ristoro per i notevoli disagi che la cittadinanza sta subendo a causa del cantiere ferroviario, dato che la linea attraversa il centro urbano. Basti pensare, ad esempio, che nella fase più critica dei lavori la viabilità del paese è stata temporaneamente stravolta e che, per realizzare la galleria ferroviaria tra i quartieri Casalino e San Pietro, è stata scavata una profonda trincea a pochi centimetri dalle fondamenta delle abitazioni limitrofe, destando grande apprensione tra i residenti.
Anche se il peggio per i cittadini triggianesi è ormai passato, sarà necessario attendere ancora 2-3 anni per un pieno ritorno alla normalità, come spiegato nell'incontro dell'11 maggio dalle autorità presenti. Questo perché, quando nel 2024 riaprirà la tratta Bari - Putignano via Conversano, le nuove stazioni sotterranee di Triggiano e Capurso non saranno subito fruibili. Il completamento delle stesse avverrà con un secondo appalto, finanziato dal PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza), i cui lavori dovranno concludersi tassativamente entro il 2026. Fino ad allora, dunque, i due paesi vedranno solamente transitare i treni in galleria e continueranno a essere serviti dai bus sostitutivi.
Costruita a Liegi (Belgio) nel 1901 dalla Société Anonyme de St. Leonard, la locotender FSE N. 6 ricevette un nome di battesimo ("Noci") come le altre macchine dello stesso gruppo, per omaggiare le città attraversate dalla ferrovia Bari - Locorotondo e dalla diramazione Mungivacca - Putignano via Casamassima. Su queste linee la vaporiera prestò servizio per oltre mezzo secolo al traino di convogli passeggeri e merci. Tra il 1952 e il 1954 ebbe addirittura un impiego operativo in Toscana sulla linea Arezzo - Stia, durante il breve periodo di noleggio alla società LFI. Nel 1960 fu infine accantonata con l'avvento della trazione Diesel nel parco rotabile FSE.
A salvarla da un triste destino ormai decretato furono proprio i ferrovieri dell'epoca che, dimostrando una straordinaria sensibilità, organizzarono una colletta per impedire la vendita della vetusta locomotiva alla ditta demolitrice. Questa nobile iniziativa era ispirata da un sentimento di "gratitudine" verso la macchina per il suo contributo allo sviluppo economico e sociale del territorio. Il gesto fu talmente apprezzato dai vertici delle FSE che l'allora Presidente Giovanni Bombrini, integrando i fondi raccolti dai dipendenti con una cospicua somma di denaro, fece costruire l'ampia nicchia che ancora oggi dal 1963 custodisce la vaporiera, accanto al binario 1 di Bari Sud Est.
Il monumento fu dedicato alla memoria del Sen. Giovanni Bombrini, nonno dell'omonimo Presidente FSE e «pioniere in Puglia delle costruzioni di acquedotti e ferrovie», come recita l'iscrizione sulla targa lignea affissa a destra. Una seconda targa, posta sul lato sinistro, riporta invece una poesia dedicata alla locomotiva stessa e selezionata con un concorso rivolto ai ferrovieri.
Trattandosi dell'unica vaporiera visitabile in tutta la provincia di Bari, la FSE N. 6 era spesso ammirata da scolaresche e gruppi di appassionati nel periodo del suo massimo splendore. Con il passare dei decenni, purtroppo, gli interventi di manutenzione sul monumento furono progressivamente diradati fino a sprofondare nella totale incuria. Come se non bastasse, in tempi più recenti è stata addirittura smantellata la tettoia lignea ormai pericolante che copriva la nicchia, lasciando la locomotiva completamente esposta alle intemperie e aggravando le condizioni di degrado.
Per la FSE N. 6 il trasferimento a Triggiano rappresenterà una vera e propria occasione di rinascita. Sebbene i dettagli del progetto siano ancora da definire, la vaporiera sarà certamente sottoposta a un accurato restauro e collocata nei pressi del vecchio edificio della stazione, creando così un inedito luogo di incontro tra la ferrovia del passato (in superficie) e la ferrovia del presente (in sotterranea).
Nella sua nuova sede, il monumento avrà una visibilità senza precedenti e potrà essere facilmente inserito in un sistema di percorsi turistici e didattici, sfruttando anche gli itinerari ciclopedonali che saranno realizzati grazie all'interramento ferroviario. Tra le tante idee messe in campo, è stato suggerito di proteggere la locomotiva con una nuova tettoia che, a differenza dell'attuale nicchia, permetta di apprezzarla a 360 gradi. Sono state persino ipotizzate alcune soluzioni tecnologiche che consentirebbero ai visitatori di "interagire" con la vaporiera, ad esempio attraverso l'accensione dei fanali (che dovranno essere ricostruiti), l'attivazione del fischio e la fuoriuscita di sbuffi di vapore.
Altrettanto suggestiva sarebbe poi l'idea di realizzare, nella stessa area, un memoriale dedicato al disastro ferroviario che avvenne proprio nella stazione di Triggiano il 30 ottobre 1927. Nonostante la recente affissione di una targa commemorativa (vedi Brevi ferroviarie del 09/11/2015), l'evento rimane tutt'oggi assai poco noto alla collettività. Eppure si trattava del più grave incidente ferroviario nella storia pugliese, prima che si verificasse l'ancor più tragico disastro del 12 luglio 2016 sulla Corato - Andria.
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