Le FFS hanno riattivato oggi a mezzogiorno l'orario ferroviario al San Gottardo, dopo la chiusura forzata della linea mercoledì scorso a causa di una frana caduta sulla
massicciata ferroviaria nei pressi della stazione di Gurtnellen (Uri). Dopo i brillamenti di roccia di sabato mattina, i geologi hanno confermato che la parte rocciosa che sovrasta la linea ferroviaria può essere considerata sicura. Nella notte tra sabato e domenica circa 50 collaboratori delle FFS hanno iniziato i lavori di sgombero del materiale roccioso e di ripristino della linea ferroviaria. I dipendenti hanno movimentato centinaia di tonnellate di sassi e terriccio, sostituito dieci metri di binario, riparato la linea di contatto, ecc.
Da domenica a mezzogiorno sono transitati sulla linea una dozzina di treni merci fermi in attesa di ripartire dalle stazioni di smistamento poste a sud e a nord delle
Alpi. Oggi alle 12.15 circa il primo treno viaggiatori che ha transitato è stato l'Intercity Zurigo-Lugano.
Durante la chiusura della linea le FFS hanno impiegato fino a 15 bus sostitutivi per il trasporto della clientela tra Flüelen, rispettivamente Erstfeld e Göschenen, i quali
hanno sostituito circa 340 treni. La capacità sull'asse del San Gottardo era di circa una quarto rispetto alla normale offerta ferroviaria, mentre i tempi di percorrenza da e
per il Ticino potevano aumentare fino a 60 minuti. La Hotline gratuita messa a dispo sizione della clientela dalle FFS ha fatto registrare 2'600 chiamate. Le FFS ringraziano
la clientela per la comprensione e la pazienza mostrata.
Le reti paramassi hanno ritenuto il 99 percento della frana. I primi accertamenti geologici hanno fatto luce sulle cause della frana di mercoledì nei pressi di Gurtnellen. Nel mese di gennaio particolarmente caldo si è accumulata tre metri sotto la roccia molta umidità e acqua. Durante il freddo mese di febbraio l'acqua si è trasformata in giaccio e la pressione ne ha causato il distaccamento. La scorsa estate il pendio era stato ispezionato e, secondo i dati in possesso, la caduta della roccia avvenuta mercoledì non era ne prevedibile ne presumibile.
L'effetto delle reti paramassi poste a monte hanno svolto egregiamente il loro compito: circa il 99 percento dei quasi 400 metri cubi di roccia sono stati trattenuti dai quasi
40 metri di reti protettive e hanno così evitato importanti danni alla linea ferroviaria.
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