La continua ricerca di itinerari ciclabili a stretto contatto con linee ferroviarie ha portato questa volta alla scelta della Svizzera, e in particolare del Cantone dei Grigioni, con l'interessante "Innradweg" (pista ciclabile dell'Inn), che nella sua interezza collega Maloja (CH) a Passau (D), seguendo il corso del fiume dalla sorgente alla confluenza nel Danubio. Uno studio attento del percorso, unito alla necessità di partire e arrivare in Italia, ha portato a decidere la partenza da Tirano (SO), in Valtellina, con arrivo a Merano (BZ), attraverso il passo del Bernina, l'Engadina, passo Resia e la Val Venosta.
Un furgone garantisce il trasporto dei bagagli e della bicicletta dell'autista (a turno fra i partecipanti). Il percorso è in parte sterrato e in parte asfaltato, anche su strade aperte al normale traffico veicolare (in verità alquanto modesto, visto che si tratta di strade secondarie), pertanto è d'obbligo l'uso di city-bike o mountain-bike.
Tirano, bella cittadina posta sulle rive dell'Adda, ha l'inusuale caratteristica di essere dotata di due stazioni ferroviarie appartenenti a due diverse amministrazioni ferroviarie, di cui una estera. Sulla stessa piazza si affacciano infatti i fabbricati viaggiatori delle stazioni FS (linea Milano - Lecco - Sondrio - Tirano) e RhB (Ferrovia Retica - Rhätische Bahn).
Dalla stazione di Tirano, unica in territorio italiano, la ferrovia retica raggiunge, attraverso gli splendidi scenari del Bernina, le località di Pontresina e St. Moritz da dove si collega al resto della rete. La linea del Bernina ha la particolarità di essere dotata di alimentazione a 1.000 V in continua, invece che a 11.000 V - 16,67 Hz come nel resto della rete ferroviaria RhB. Lo scartamento è di 1.000 mm. Su tutte le linee RhB è assente la cremagliera, quindi tutti i treni viaggiano ad aderenza naturale.
Il servizio viene generalmente svolto con doppie di elettromotrici ABe 4/4 e locomotive Gem 4/4 al traino di normali carrozze, spesso integrate nel periodo estivo con carrozze panoramiche aperte. Il "Bernina Express" ha invece in composizione eleganti vetture panoramiche dall'ampia superficie vetrata.
Inconsueto e suggestivo l'attraversamento di Piazza Basilica, alle spalle del santuario della Madonna di Tirano, che di fatto costituisce un enorme passaggio a livello senza barriere; facile in questo punto trovarsi in compagnia di altri fotografi!
Superata la piazza, il trenino rosso si avvia verso il confine con la Svizzera percorrendo in sede promiscua la Strada Statale 38A.
Non essendoci collegamenti ciclabili verso il passo del Bernina e tenuto conto della pericolosità e soprattutto delle pendenze della strada di valico, l'occasione è ghiotta per salire su uno dei convogli RhB fino a Ospizio Bernina, posto poche centinaia di metri oltre il passo.
Una volta superato il cancello che segna il confine tra Italia e Svizzera, la ferrovia prosegue fino a raggiungere il celebre elicoidale di Brusio, tutto all'aperto. Da qui si giunge dopo poco tempo a Miralago, da cui si gode uno splendido panorama sul lago di Poschiavo e sul massiccio del Bernina.
Il treno prosegue poi sul lato occidentale del lago, fino a giungere all'abitato di Le Prese, dove percorre la strada cantonale in sede promiscua.
Arrivati a Poschiavo, affacciandosi dai finestrini e guardando verso l'estremità nord della stazione, è evidente la ripida salita che il treno affronterà nel suo viaggio verso Ospizio Bernina.
Da Poschiavo (1.014 m s.l.m.) inizia infatti il tratto più impegnativo della linea con una serie incessante di tornanti che porterà il treno ad Alp Grüm (2.091 m s.l.m.), uno dei luoghi più suggestivi di tutta la linea, con splendida vista sul Piz Palü (3.905 m) e sulla Val Poschiavo.
Notevole lungo i tornanti la vista delle stazioni appena lasciate, ma ora poste centinaia di metri più in basso! Si giunge infine a Ospizio Bernina (2.253 m s.l.m.), immersi in uno scenario mozzafiato, con il terreno brullo e roccioso bagnato dalle fredde acque del lago Bianco. A pochi passi si trova lo spartiacque tra Mar Mediterraneo e Mar Nero, seguìto dal Lago Nero, le cui acque scendono invece verso l'Engadina.
Ma Ospizio Bernina non segna soltanto il confine tra due bacini idrografici, infatti è anche punto di separazione tra il distretto del Bernina, in cui si parla italiano, e quello di Maloja (Alta Engadina), in cui si parla romancio.
| Distanza [km] | Altitudine [m] | Località |
|---|---|---|
| 0 | 2253 | Ospizio Bernina |
| 16 | 1805 | Pontresina |
| 20 | 1722 | Celerina |
| 24 | 1822 | St. Moritz |
Da Ospizio Bernina ci si avvia con la bicicletta in discesa lungo la strada del passo fino a raggiungere Pontresina. Durante il percorso, in alcuni punti si viaggia affiancati alla ferrovia, la quale con un percorso ora meno accidentato scende verso St. Moritz. Notevole la vista del Piz Bernina (4.049 m) e del Ghiacciaio del Morteratsch. Da Pontresina è d'obbligo un'escursione lungo la Val Roseg su un percorso sterrato in leggera salita percorribile solo a piedi, in bici o su carrozze a cavalli, che termina ai piedi del gruppo del Bernina.
Da Pontresina iniziano i percorsi ciclabili. Le indicazioni sono costituite da frecce con il logo della bicicletta bianco su fondo rosso scuro; in genere sono applicate in corrispondenza degli analoghi cartelli degli itinerari a piedi (scritte nere su fondo giallo). Normalmente i percorsi sono ben segnalati, ma non mancano punti in cui è difficile orientarsi, soprattutto per chi non conosce la zona. E' quindi consigliato dotarsi di mappe dettagliate dei luoghi attraversati, facilmente reperibili presso gli uffici turistici.
Una volta individuata la pista ciclabile, ci si avvia lungo il percorso fino a ritrovarsi tra due linee ferroviarie a poca distanza l'una dall'altra. Si è infatti all'interno del triangolo formato dalle linee provenienti da Tirano, Coira e Scuol-Tarasp e ai cui vertici si trovano le stazioni di Samedan, Pontresina e St. Moritz; le ultime due sono caratterizzate dal fatto di avere i binari "alti" dotati di alimentazione a tensione continua e quelli "bassi" a tensione alternata. Si raggiunge infine St. Moritz, dove termina la ferrovia, attraverso due possibili itinerari: uno più corto a fondovalle, con impegnativi saliscendi, e uno più lungo sul versante della montagna, con salite più dolci.
A St. Moritz, continuando sul lungolago, è possibile raggiungere il passo Maloja transitando sulle rive dei laghi di Silvaplana e di Sils.
| Distanza [km] | Altitudine [m] | Località |
|---|---|---|
| 0 | 1822 | St. Moritz |
| 4 | 1722 | Celerina |
| 6 | 1722 | Samedan |
| 18 | 1667 | S-chanf |
| 33 | 1472 | Zernez |
Una volta raggiunta Samedan, invece di proseguire lungo la ciclabile a lato dell'aeroporto, si percorre la strada per il centro del paese, per poi imboccare una strada sterrata al margine sinistro della ferrovia. Si raggiunge così la stazione di Bever, dove la linea per Coira si separa da quella per Scuol-Tarasp.
Qui si può percorrere il primo tratto della Val di Bever su una strada sterrata in leggera salita che costeggia la ferrovia per Coira, fino a giungere alla stazioncina di Spinas, a pochi passi dal portale sud del tunnel dell'Albula (5.865 m), dotato di un inconsueto portone a due ante.
Ritornati a Bever, si prosegue lungo la sponda destra dell'Inn, mentre la ferrovia rimane sul lato opposto. Il servizio ferroviario su questa linea è svolto da composizioni reversibili che con cadenza oraria collegano Pontresina con Scuol-Tarasp. In alcuni periodi dell'anno le corse sono limitate a Sagliains e la prosecuzione su Scuol-Tarasp è garantita dai treni da e per Klosters, che utilizzano il nuovo tunnel del Vereina.
La ciclabile, inizialmente sterrata ma senza significative pendenze, diventa poi asfaltata e prosegue con alcuni leggeri saliscendi, dalla cui sommità è possibile ammirare i paesi sul lato opposto della valle.
La linea ferroviaria per Scuol-Tarasp si mantiene sulla sinistra del fiume, leggermente a mezza costa. Dopo S-chanf inizia una delle tratte più difficoltose, con la strada, ora di nuovo sterrata, che salendo attraverso i boschi presenta forti saliscendi necessari per superare i numerosi canaloni che dal fianco della montagna scendono a valle. Notevole è però la vista in corrispondenza dei punti più alti, da cui si domina l'Inn che sinuoso percorre il fondovalle.
Poco prima di giungere a Zernez, la valle si restringe significativamente, con la ferrovia costretta a superare le pareti quasi a strapiombo dei rilievi con imponenti ponti in pietra e gallerie, alcuni dei quali ben visibili dalla ciclabile. Si giunge infine nella conca di Zernez, con i binari che raggiungono la stazione del paese con uno stretto tornante. Zernez è uno dei più importanti centri della Bassa Engadina e si trova ai confini con il Parco Nazionale Svizzero.
(continua in Racconti di viaggio del 07/02/2007)
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