Nell'agosto 2024, io e il mio amico Carlo Tinti decidiamo di partire in treno dalle Marche e di attraversare parte dell'Europa dell'Est fino ad arrivare alla città di Istanbul, percorrendo quelli che una volta erano i binari dell'antico Orient Express. Pertanto, con biglietto Global Pass Interrail e armati di tanta pazienza, partiamo dalla stazione di Jesi, in provincia di Ancona, con l'Intercity 588: l'unico treno diretto che dalla città di Federico II porta a Trieste Centrale. In appena otto ore e mezza e senza dover fare cambi, raggiungiamo il capoluogo giuliano.
L'indomani ci aspetta il Regionale 1825, che pensavamo fosse diretto per Lubiana, ma che poi scopriamo ci avrebbe costretto a un veloce cambio a Villa Opicina, stazione posta sul confine, dove proseguiamo la corsa a bordo di un altro elettrotreno. Arrivati a Lubiana ci gustiamo un bel piatto di žlikrofi, un raviolo tipico sloveno, facciamo quattro passi in centro storico per vedere le bellezze della città e infine saliamo a bordo del trenino turistico che ci porta fin su al Castello di Lubiana, un luogo davvero molto suggestivo. Nel tardo pomeriggio si torna in stazione e si riparte: direzione Zagabria, Croazia!
Saliamo, un po' stipati, sull'Eurocity 213 Villaco - Zagabria con una composizione di sole tre vetture con finestrini apribili, come una volta: il salto indietro nel tempo di 30 anni è evidente. Per fortuna avevamo i posti prenotati e li avevamo lato finestrino, pertanto, ci sediamo e ci godiamo il panorama che scorre al tramonto da dietro il vetro. Tempo un paio di ore circa e arriviamo alla stazione di Zagabria Glavni Kolodvor, ceniamo in centro con un cevapi, un panino tipico croato e andiamo a dormire. Il giorno dopo un bel sole splende su tutta la capitale croata e ne approfittiamo per visitare sia la parte alta, sia la parte bassa di Zagabria, una città che ci è rimasta nel cuore.
Il tempo passa velocemente e ci rimettiamo in marcia con l'Intercity 201 diretto in Ungheria che però prendiamo a Koprivnica, sul confine, grazie a un regionale da Zagabria messo a disposizione dalle ferrovie croate: anche questo lo abbiamo scoperto solo una volta arrivati lì. Girare attorno alla Serbia è una scelta obbligata in quanto non ci sono treni che proseguono la corsa oltre Tovarnik sulla frontiera serbo-croata e non ci sono treni che circolano dopo Niš in direzione della Bulgaria, in quanto la linea è interrotta da tempo; pertanto, l'unico modo per percorrere tutto il tragitto in treno fino in Turchia è arrivare nella capitale ungherese, lambendo il lago Balaton, per poi scendere a sud attraversando la Romania e la Bulgaria. Va da sé che nel fare questo itinerario ci discostiamo da quelli che una volta erano i binari solcati dal Venice Simplon-Orient-Express e che torneremo a percorrere solo una volta arrivati a Sofia.
L'Intercity 201, quel giorno, attesta la sua corsa a Budapest Déli, ma noi preferiamo scendere alla stazione di Budapest Kelenföld per oltrepassare il Danubio su rotaia grazie all'Eurocity 341 Vienna - Budapest Keleti che riusciamo a intercettare al volo con un cambio di appena otto minuti: siamo, quasi, in orario sulla tabella di marcia. Senza bisogno di prendere altri mezzi pubblici raggiungiamo quindi la zona est della città dove abbiamo la camera d'albergo; l'indomani lo passiamo in giro per il centro a vedere i monumenti principali e a mangiare un autentico gulasch ungherese in un ristorante dove lo servono ancora secondo la tradizione.
Ora inizia la parte difficile del viaggio: dalla stazione di Budapest Keleti prendiamo il treno notturno 79 diretto a Bucarest Nord e con il Global Pass Interrail prenotiamo 2 posti letto in cuccetta da 4 persone; a farci compagnia c'è una coppia di tedeschi diretti in Bulgaria per trascorrere le vacanze. Alle 5:15 di mattina scendiamo alla stazione di Craiova, Romania e dopo due ore, un caffè e una brioche, prendiamo l'unico Interregionale 1091 che collega la cittadina rumena con quella bulgara di Vidin, situata appena dopo il confine. Fatti i dovuti controlli di frontiera, ci godiamo un po' di tempo libero in questo paesino che si affaccia sul Danubio e quindi pranziamo. Poco dopo le 12:30, parte il Regionale 7623 diretto a Sofia Sever, un treno formato da quattro carrozze un po' datate, in cui purtroppo non sono presenti sistemi di raffrescamento. Il sole oggi picchia forte e questo fa surriscaldare velocemente le lamiere graffitate del vecchio convoglio bulgaro. Nonostante l'afa e praticamente sempre affacciati fuori dal finestrino, riusciamo a raggiungere Sofia Centrale grazie a una rapida coincidenza a Sofia Sever, e con appena 20 minuti di ritardo sul nostro cronoprogramma, usciamo dalla stazione: il grosso dell'Interrail, è fatto!
Sofia è veramente una capitale bellissima, ne rimaniamo estasiati per come appare ben curata e per quanta storia ci sia in monumenti, cattedrali e piazze. La giornata scorre veloce e tra un'architettura e l'altra si fanno presto le 17:50 di pomeriggio; è il momento che più attendevo di questo viaggio: stiamo per salire a bordo del "Sofia Express", il treno notturno 493, che in circa dodici ore collega la capitale bulgara con Istanbul, l'antica Costantinopoli. Le carrozze della compagnia turca TCDD sembrano nuovissime, la cabina per 2 persone che siamo riusciti, con non poche difficoltà, a prenotare è molto spaziosa e dotata di ogni confort: aria condizionata, lavabo, mini-frigo, armadietto e persino l'attaccapanni. L'addetto ai servizi nei vagoni letto, un signore turco molto gentile, ci porta il pacchetto della colazione composto da succo di frutta, acqua, snack dolce e snack salato. Entusiasti per come stava andando il viaggio, ci sediamo sui larghi e comodi sedili e ci godiamo, come di consueto, il panorama dal finestrino, mentre il treno lentamente parte dalla stazione di Sofia. In estate il convoglio percorre una linea secondaria a binario unico che passa per Karlovo e Dabovo, anziché la linea veloce e a doppio binario per Plovdiv e questo ne allunga di un'ora il tempo di percorrenza. Arrivati in serata a Dimitrovgrad agganciamo una carrozza cuccette proveniente da Bucarest, mentre a Svilengrad facciamo i controlli di sicurezza lato Bulgaria e a Kapikule quelli lato Turchia, scendendo addirittura dal treno con il passaporto e tutti i bagagli, nel cuore della notte.
Alle prime luci dell'alba, arrivati nel distretto di Edirne, scorgiamo i minareti delle varie moschee che incontriamo lungo il nostro percorso e, a poco, a poco, riusciamo a intravedere in lontananza anche qualche grattacielo: stiamo entrando nella periferia di Istanbul. E dopo 8 giorni, 2.438 km, 10 treni e circa 50 ore passate a bordo, siamo finalmente giunti alla stazione di Istanbul Halkali, nella parte ovest della città. Non ancora pienamente soddisfatti, mettiamo prima piede in Asia grazie a un tunnel ferroviario che passa sotto lo stretto e poi, percorriamo in metropolitana di superficie gli ultimi km di binari che da Istanbul Halkali portano fino a Istanbul Sirkeci, la stazione dove una volta arrivava l'antico Orient Express. L'architettura del fabbricato viaggiatori è perfettamente conservata, all'ingresso un ristorante porta ancora il nome del vecchio treno e il tempo sembra essersi fermato ad allora. Appena usciti dalla stazione ferroviaria, vediamo subito il porto da dove un tempo salpavano i battelli che attraversavano il Bosforo: rimaniamo senza parole. Ebbene sì, ce l'abbiamo fatta, è tutto vero: siamo arrivati in treno, partendo dalle Marche, a Istanbul, l'unica città al mondo che si allunga su due continenti.
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