La linea ferroviaria Jesenice-Trieste, denominata in tedesco "Wocheinerbahn" e in sloveno "Bohinjska proga", dal nome di una vallata alpina da questa attraversata, costituisce la parte terminale del grandioso itinerario ferroviario fra la Boemia e il porto di Trieste, lungo 717 km, costruito all'inizio del Novecento dalle Ferrovie imperiali austriache, e denominato "Linea Transalpina".
Questo itinerario era stato realizzato come secondo collegamento fra il centro Europa e il porto adriatico di Trieste, e dall'anno dell'entrata in funzione completa (1909) alla prima guerra mondiale funzionò di diritto alla pari con le più celebri linee ferroviarie alpine, come ad esempio il Frejus o il Gottardo.
Poi la prima guerra mondiale lo spezzò fra i vari stati successori dell'Impero austro-ungarico.
Mentre per alcune parti di esso, la linea del Pyhrn, la linea dei tauri, la linea delle Caravanche, fu possibile inserirsi su altre direttrici e mantenere così importanza europea, per la sezione finale di Wochein Jesenice-Trieste, in funzione dal 1906, la situazione dei nuovi confini provocò una vera catastrofe, con il declassamento a semplice linea d'interesse locale, situazione ulteriormente peggiorata dopo la seconda guerra mondiale.
Data la difficoltà di pronuncia per un italiano dei nomi "Wochein" e "Bohinj" era diventato usuale definirla "Transalpina" dimenticando che in realtà il nome si riferiva all'intero itinerario Boemia-Trieste; date le circostanze di abbandono dell'itinerario originale dovuto alle due guerre mondiali, l'equivoco ha continuato a diffondersi di modo che oggi in Italia si è perpetuato questo grave errore storico.
L'autore del libro, Paolo Petronio, ha dato alle stampe questo volume nel 1997, con il preciso intento di recuperare la verità storica, dopo un lungo lavoro di studio e ricerca durato quasi venticinque anni.
Il libro illustra minuziosamente il tracciato veramente unico di questa ferrovia, che in soli 144 km ci porta da Jesenice in Slovenia, passando fra alte vette e laghi alpini, poi fra le prealpi lungo la valle del fiume Isonzo, quindi attraverso i vigneti del Vipacco e il pietroso Carso, al mare di Trieste, con un continuo mutare di paesaggi, unico fra le varie linee di attraversamento alpino. Tracciato lungo il quale si trovano veri capolavori d'ingegneria ferroviaria, fra cui il famoso viadotto di Salcano, simbolo della linea, ancora oggi il più grande viadotto ferroviario in pietra del mondo.
Il libro non si limita alla sola visione ferroviaria, in quanto esamina pure la situazione storica di Trieste che portò alla costruzione della linea, e le vicende storiche che dalle origini ai nostri giorni ne hanno contrassegnato 90 anni di vita; non trascura le linee diramate che realizzavano i vari collegamenti con altri itinerari ferroviari; e persino viene trattata la questione filologica relativa ai vari nomi e toponimi delle zone interessate, dove si sono sovrapposte e convivono tuttora tre culture diverse, quella italiana, quella slovena e quella austriaca, espressioni dei mondi latino, slavo ed anglosassone che in queste zone si incontrano e si mescolano.
Il tutto con un testo accattivante, ricco di particolari, ma mai pesante o difficile, anzi di estrema accessibilità a tutti.
Una ricca iconografia di ben 260 foto (218 a colori) si lega perfettamente al testo, assieme a 29 cartoline d'epoca e ad una serie di piantine, disegni e tabelle che chiariscono i vari dettagli nei minimi particolari, nelle 400 pagine di testo.
Il volume, prima monografia assoluta sull'argomento, può essere richiesto alla LIBRERIA INTERNAZIONALE ITALO SVEVO, Corso Italia 9/f (Galleria Rossoni) 34122 Trieste, telefono 040/630330 oppure 630388 fax 040/370267, al prezzo di copertina di 110.000 lire.
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