L'UIC, l'Unione Internazionale delle Compagnie Ferroviarie che ha sede a Parigi, ha reso noti i dati consuntivi del traffico passeggeri e merci in Europa nel 2005.
Mentre tra i Paesi occidentali il settore viaggiatori mostra una generalizzata evoluzione positiva, in quelli dell'est si registrano invece contrazioni talvolta anche molto sensibili, dovute essenzialmente all'ingresso nell'Unione Europea e quindi alla caduta di vincoli alla mobilità individuale e privata.
In dettaglio spicca il risultato della Gran Bretagna, dove l'aumento è addirittura del 20%. La liberalizzazione della rete si sta rivelando un successo, con una crescita del mercato pari al 40% negli ultimi dieci anni ed investimenti nell'infrastruttura che, nello stesso periodo, sono passati da 2,1 a 8,7 miliardi di Euro. Anche la sicurezza, fattore di debolezza della rete inglese negli anni '90, è ormai allineata alla media europea.
Si conferma come rete più trafficata del continente quella DB: con 1,78 miliardi di passeggeri trasportati (+5,3% rispetto al 2004) e 71,7 miliardi di passeggeri/km (+3,2%). La Ferrovia Tedesca raggiunge il suo miglior risultato dalla riforma introdotta nel 1994, con l'unificazione tra DB e DR, la regionalizzazione del trasporto locale e l'apertura alle imprese private.
Mentre nel servizio a lunga percorrenza la DB domina ancora incontrastata, in quello locale una quota del 12% circa è ormai controllata da Società costituite ad hoc dai vari Länder, stabilitesi in Germania quali emanazioni di multinazionali straniere di grandi dimensioni (ad esempio Connex e Arriva).
Al secondo e terzo posto per traffico passeggeri rispettivamente la rete inglese e quella francese. La SNCF incrementa del 3,2% il proprio risultato, grazie soprattutto al successo del TGV.
Anche le SBB vedono premiati i propri sforzi in termini di aumento dell'offerta, della frequenza e della velocità commerciale, realizzando un brillante +11,4%.
Altrettanto positiva l'evoluzione in Belgio (+4,9%) mentre le FS, con 514,7 milioni di passeggeri e 46,1 miliardi di passeggeri/km, segnano aumenti più contenuti (+2,1% e +0,9%).
Come accennato in precedenza, i Paesi dell'est registrano invece cali significativi, soprattutto PKP (Polonia, -19,9%), BDR (Bulgaria, -11,8%) e CFR (Romania, -10,3%).
Note dolenti, invece, nel traffico merci, dove quasi nessuna Compagnia riesce a sfuggire alla tendenza negativa. L'esasperata concorrenza al ribasso sui prezzi, favorita dall'ingresso sul mercato di operatori provenienti dai Paesi dell'est, incide negativamente determinando un'ulteriore erosione della quota di mercato della ferrovia.
Particolarmente pesante il risultato delle Ferrovie lussemburghesi (-30,1%), francesi (-12,2%) e polacche (-8,4%).
La SNCF, in particolare, sconta il doloroso piano di ristrutturazione approvato dalle autorità europee per il salvataggio finanziario della divisione FRET, gravata da un deficit milionario a tre cifre (male anche le FS, -9% in termini di tonnellate e -4,4% in tonnellate/km), mentre le SBB diminuiscono i quantitativi a causa della contrazione del mercato interno (-3%) ma incrementano considerevolmente le tonnellate/km (+23,7%) sfruttando la crescita impetuosa dei traffici lungo l'asse Benelux-Germania-Italia.
Il maggiore operatore continentale Railion, con 83,1 miliardi di tonnellate/km (+7,1%), guida la classifica con notevole margine davanti a PKP (43,7 miliardi di tonnellate/km) e SNCF (40,7 miliardi di tonnellate/km).
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