FOGGIA - In un mondo sempre più pesantemente minacciato dalle conseguenze dell'inquinamento, con una crescente attenzione alla sostenibilità e conseguentemente ai mezzi di trasporto green, c'è ancora chi sostiene - in maniera totalmente anacronistica - che alcune linee ferroviarie andrebbero eliminate. Se si pensa poi a quale sarebbe l'infrastruttura "vittima" dell'ennesima sperata da qualcuno chiusura, la reazione inevitabile sarebbe, nel migliore dei casi, quella di mettersi le mani nei capelli.
Questa volta è toccato alla linea San Severo - Peschici Calenella, gestita da Ferrovie del Gargano, che nel suo tratto terminale si presenta, nella maniera più assoluta, come una delle linee più panoramiche ancora presenti sul territorio nazionale, sebbene scarsamente pubblicizzata. È infatti godibile durante il viaggio un panorama costiero stupendo, in molti tratti letteralmente a strapiombo sul mare.
La senatrice Anna Maria Fallucchi ha chiesto a gran voce di eliminare la ferrovia nel tratto fra Rodi e Vico San Menaio definendola "obsoleta e inutile, poco remunerativa, causa di deturpazione per il paesaggio circostante e limite allo sviluppo delle attività locali". L'idea, come nella quasi totalità dei casi di questo tipo, sarebbe approvata dalla popolazione locale, che condividerebbe il "sogno" che la lungimirante senatrice definisce "di un litorale libero". Altra nota ridondante sarebbe quella del futuro del tracciato, che secondo l'idea della Fallucchi andrebbe trasformato in un viale ciclopedonale illuminato.
A mettere ordine in queste frenesie politiche ci ha pensato il WWF di Foggia, profondamente contrario a un'idea simile, spiegando tramite un comunicato l'assurdità di quello che la Fallucchi definisce il "sogno di un litorale libero". Sostiene infatti che il treno ("ecosostenibile", "green", ecc.) sia il migliore mezzo di trasporto in un'area come quella del Parco Nazionale del Gargano e che, invece di definire la ferrovia come elemento deturpante del paesaggio, bisognerebbe guardare a "tutte le costruzioni in cemento sorte come funghi a margine della costa".
Leggere queste righe non è nulla di nuovo per chi, in questi ultimi anni, ha seguito le vicende legate alle ferrovie, ma resta senza dubbio irritante. La piaga della chiusura insensata di linee ferroviarie è qualcosa che avviene sempre con le stesse modalità da anni, e nonostante si capiscano gli errori commessi in tal senso, la nostra scena politica continua imperterrita a riproporre idee di questo tipo.
La cosa diventa ancor più disturbante se si pensa all'infrastruttura in questione, che, mettendo da parte il fattore dell'enorme potenziale turistico, non è affatto scarsamente utilizzata (migliaia i bagnanti che la utilizzano per raggiungere le coste del Gargano ogni giorno), e inoltre è stata recentemente potenziata con l'apertura della variante di Apricena, nel 2014, e della galleria "Monte Tratturale", nel 2016.
Insomma, la solita follia all'Italiana, frutto del pensiero di gente che ha ancora come "sogno" la chiusura delle ferrovie. Basterebbe guardarsi intorno per capire la totale controtendenza rispetto al resto dei Paesi europei e non. Al posto di costruire nuove infrastrutture dove mancano, si dismettono quelle esistenti, anche le più promettenti dal punto di vista economico, per questa follia di una "costa libera", quando la ferrovia, che coesiste con il paesaggio da 90 anni, sarebbe l'ultima cosa da toccare. Speriamo solo che queste restino, come sempre, solo parole nel vento.
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