Il Regno Unito è una destinazione turistica di prim'ordine, ricchissima di storia, arte e... treni, questi ultimi peraltro in corsa in un paesaggio, estremamente vario ed affascinante, fra i più belli ed interessanti d'Europa. E' per questo che anche nel 2015 ho scelto di recarmi oltremanica per il mio tour estivo dedicato alla cultura e alla ferrovia.
Il programma inizialmente concepito, risultato un po' troppo ambizioso per il budget a disposizione e per la durata temporale stabilita, è stato ridimensionato e modificato in corso di organizzazione mantenendo però l'idea di base, che era quella di un percorso circolare, con inizio e termine a Londra, che toccasse un paio di località di interesse nel cuore dell'Inghilterra e che mi portasse fino in Scozia. Alla fine la scelta è caduta sull'itinerario schematizzato nella cartina: una prima tappa a Lincoln con escursione fotografica a Barnetby, poi Edimburgo, la capitale della Scozia, per proseguire quindi su Oban, sede di una distilleria di whisky di fama mondiale ma soprattutto base di partenza per la visita delle isole di Mull e Iona, nelle Ebridi interne; da qui il viaggio riprenderà alla volta di Inverness, percorrendo - per sostanziale mancanza di alternative - l'unica tratta su gomma di tutto l'itinerario, per poi proseguire verso Aberdeen, "scalo tecnico" inserito per i motivi che vedremo in seguito, e da qui, infine, di nuovo verso Londra.
Trascorsi un paio di giorni nella Capitale, raggiunta in aereo da Bologna via Francoforte, la mattina di sabato 22 agosto mi presento a London St. Pancras International per prendere il treno delle 10:29 per Nottingham di East Midlands Trains, disimpegnato da un moderno complesso Diesel-elettrico per servizi intercity classe 222. Prima di imbarcarmi ne approfitto per dare un'occhiata e scattare qualche foto al terminal dei treni Eurostar per la Francia, il Belgio e l'Olanda, ovviamente dall'esterno, dato che l'ingresso nell'area è riservato ai possessori di biglietto Eurostar e prevede i controlli di frontiera cui sono soggetti i viaggiatori che entrano nell'aerea Schengen, di cui il Regno Unito non fa parte.
Il viaggio, che si svolgerà interamente in perfetto orario, è piacevole: il treno è in ordine, ritirate comprese, e la First, dove ho potuto prendere posto approfittando delle forti riduzioni tariffarie a favore di chi acquista con molto anticipo e sceglie orari non di punta, è comoda, anche se nei moduli da due posti c'è qualche problema di spazio per le gambe causato dalla zampa del tavolino e dalla carenatura dei diffusori del riscaldamento, un po' invadenti.
Merita di essere segnalato, a titolo di curiosità, il fatto che il servizio di benvenuto per i viaggiatori della First, normalmente effettuato al posto dal personale di bordo, su questo vettore nei fine settimana e nei festivi non viene effettuato: per ricevere lo snack, consistente in una bevanda calda, una piccola confezione di biscotti e una bottiglietta d'acqua, il viaggiatore deve recarsi alla carrozza bar e presentare il biglietto all'addetto.
A Nottingham si cambia, la coincidenza di 9 minuti funziona perfettamente e salgo sul binato Diesel-idraulico Classe 156 sempre di East Midlands Trains, in arrivo da Leicester ed in partenza alle 12:27, che mi porterà a Lincoln, destinazione finale del treno. In questo caso il comfort di viaggio è più modesto: il rotabile è a classe unica, l'allestimento è abbastanza essenziale e lo spazio individuale risicato, ma in compenso ci sono i rivestimenti dei sedili in velluto e la moquette a terra. Non c'è l'aria condizionata, la cui mancanza a queste latitudini non è peraltro drammatica, e la ventilazione è affidata ai vasistas. Trovo conferma in questa tratta, purtroppo, del fatto che il vero tallone d'Achille dei treni britannici è l'igiene a bordo: il sudiciume è diffuso e abbondante negli interstizi, negli angoli e in generale in tutte le zone meno facili da raggiungere per i pulitori.
Ho scelto Lincoln, cittadina di provincia nel cuore delle East Midlands di fondazione romana (Lindum Colonia) e a vocazione universitaria, oltre che per visitarne la splendida e maestosa cattedrale gotica e il suggestivo castello, anche perché è la base ideale per un'escursione fotografica a Barnetby, località sconosciuta ai più ma ben nota agli appassionati, a caccia di treni merci, segnali ad ala semaforica e cabine di manovra in legno.
Il sabato non è la giornata più ricca per il traffico merci, ma è molto meglio della domenica; il pomeriggio stesso del mio arrivo a Lincoln, dunque, depositato il bagaglio al bed & breakfast, eccomi di nuovo in stazione, pronto a salire sul treno delle 14:37 di East Midlands Trains per Grimsby, che in poco più di mezz'ora mi porterà a Barnetby. Il servizio è affidato a un'automotrice Diesel-idraulica Classe 153, che corre nella campagna inglese con i vasistas tutti aperti e il vento di corsa che sferza l'ambiente unico, scarmigliando le capigliature dei passeggeri, mentre il borbottio dei motori penetra dai finestrini insieme all'odore degli scarichi e diviene un fragore quando l'andatura aumenta. Sembra di essere su una MAN della "Veneta" negli anni Settanta, l'unica differenza è che tutti i presenti, anziché guardare il paesaggio o leggere un libro, sono chini su smartphone e tablet...
Giunto sul posto, trovo un'ambientazione che in Italia, nel 2015, si può solo sognare (sempre se uno ne subisce il fascino, ovviamente) guardando qualche vecchia fotografia in bianco e nero: una stazione di diramazione in cui convergono tre linee a doppio binario non elettrificate, con ben cinque segnali ad ali a candeliere e almeno un'altra mezza dozzina fra segnali a semplice e a doppia ala, due cabine scambi di cui una in legno e un vivace carosello di lunghi e pesanti treni merci a trazione termica, oltre ovviamente ai treni passeggeri. Poichè però una ferrovia in esercizio non è un museo e va da sé che sotto il profilo della sicurezza e dell'efficienza del servizio ogni ammodernamento rappresenta un miglioramento, anche qui sta per arrivare il ventunesimo secolo e lo scenario e l'atmosfera che sto catturando con l'obiettivo in questo pomeriggio fotografico hanno i mesi contati: entro l'anno sono previste la sostituzione dei segnali ad ala con segnali luminosi a LED e la trasformazione di Barnetby in stazione telecomandata dal Regional Operations Centre di York (un DCO con amplissima giurisdizione). Al momento della mia visita i primi lavori sono già iniziati e qualcuno dei nuovi segnali è stato già installato, per il momento nella posizione coricata tipica dei dispositivi non ancora attivati.
Trascorsa la domenica visitando il centro storico di Lincoln, lunedì 24 agosto è tempo salire di nuovo in treno, alla volta della Scozia. Alle 11:54, un orario che mi consente di affrontare la partenza con tutta calma, sono a bordo del treno East Midlands Trains per Doncaster, dove mi aspetta la coincidenza per Edimburgo. La corsa è effettuata da un'automotrice singola della solita Classe 153, un veicolo versatile e onnipresente che nel Regno Unito gioca il ruolo che in Italia è stato per decenni, e in parte è ancora oggi, delle ALn 668. La partenza è puntualissima e appena il treno si muove viene effettuata la controlleria, che si ripeterà con identiche modalità dopo ciascuna delle due fermate intermedie. Le tracce extralarge sono un classico italiano ma non un'esclusiva, come dimostra l'arrivo a Doncaster con 6 minuti di anticipo.
La coincidenza di 25 minuti era già sufficientemente rilassata, ma il tempo supplementare a disposizione mi fa comunque gioco in questa stazione molto trafficata, nella quale è possibile fotografare un'ampia varietà di rotabili appartenenti a molti operatori diversi.
Alle 13:12, con 2 minuti di ritardo, riparto verso Edimburgo a bordo di un intercity a materiale ordinario (locomotiva elettrica Classe 91 e carrozze Mark 4) di Virgin Trains East Coast, da pochi mesi subentrata al cessato operatore pubblico East Coast nella gestione del servizio sulla East Coast Main Line, tant'è vero che i rotabili sono ancora in buona parte pellicolati con livrea e loghi del precedente gestore, tranne le locomotive e i DVT (driving van trailer, vetture pilota con vano di servizio). Questa volta il mio posto è in classe Standard, ma non c'è comunque di che lamentarsi: lo spazio individuale è sufficiente anche per una persona di statura superiore alla media e l'igiene dell'ambiente passeggeri, pur non al massimo, sembra comunque migliore di quella riscontrata sui treni di East Midlands Trains. A York veniamo bloccati a lungo alla protezione e poi, una volta entrati in stazione, anche la fermata per il servizio viaggiatori si protrae molto più a lungo dei 4 minuti previsti dall'orario. Quando ripartiamo, ormai in ritardo di 20 minuti, un annuncio del capotreno attraverso l'interfono avvisa che il contrattempo è dovuto a "problemi al segnalamento". Per fortuna non si verificano altri imprevisti e un po' alla volta il ritardo viene parzialmente recuperato; all'arrivo a destinazione, a Edinburgh Waverley, c'è un'ulteriore conferma del fatto che anche Network Rail si tiene piuttosto comoda con le tracce: abbiamo recuperato ben 11 minuti, 4 dei quali nella breve tratta fra Durham e Newcastle di appena 15 minuti di percorrenza.
Nei quattro giorni di permanenza a Edimburgo previsti dal mio programma ho ritagliato lo spazio per un'escursione fotografica a Stirling, purtroppo non baciata dal sole a differenza di Barnetby, ma del resto un imprevisto mi ha bloccato a Edimburgo proprio nella giornata che le previsioni indicavano come la migliore. Pazienza, non essendovi scelta si va ugualmente, quindi giovedì 27 agosto salgo sul treno delle 12:03 da Edinburgh Waverley per Dunblane, disimpegnato da un complesso Diesel-idraulico Classe 158 di ScotRail. Le condizioni meteo, però, sono davvero pessime: cielo completamente coperto, pioviggine e raffiche di vento gelido, insieme ad un abbigliamento calibrato ovviamente per un clima autunnale ma che non mi aspettavo già così rigido, consigliano di abbreviare la durata della sessione e di rientrare alla base prima del previsto, onde non rischiare di compromettere il resto della vacanza. Qualche scatto, comunque, è nel carniere.
(Fine prima parte)
(La seconda parte è stata pubblicata in Racconti di viaggio del 12/04/2016)
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