Il 24 gennaio la città di Assisi ha ospitato la terza giornata della Pace, che ha visto riuniti undici leader di altrettante religioni. Il trasferimento da Roma di tutti i partecipanti, tra cui il Santo Padre, è avvenuto in treno sin dalla Città del Vaticano.
E difatti alle ore 8.40, puntuale come un orologio svizzero, il convoglio speciale è partito dalla stazione Vaticana alla volta di Assisi, preceduto da un treno civetta e seguito da una macchina diesel isolata.
Composto da sette carrozze Gran Confort a salone, il convoglio "papale" è stato affidato alla D.445.1073 nel breve "viaggio" internazionale dalla Città del Vaticano a Roma San Pietro; qui le E.444.043 e 056 hanno preso il posto della macchina diesel per condurre il treno fino ad Assisi. Nella stazione di San Pietro era intanto pronto un altro convoglio, composto dalle E.444.008 e 037, due carrozze ristorante e cinque Gran Confort, che è partito alla volta della città di San Francesco, precedendo di pochi minuti il treno con a bordo il Pontefice e gli altri partecipanti all'incontro. Seguiva quindi la locomotiva D.445.1073 isolata, del deposito di Siena.
I viaggiatori presenti nella stazione di S. Pietro (un folto pubblico di pendolari, alcuni viaggiatori occasionali, ma anche forze dell'ordine, prelati e ferrovieri), sono stati spettatori di un evento raro con il Sommo Pontefice, comodamente adagiato su una delle carrozze Gran Confort apprestate da Trenitalia, che sorrideva agli astanti con il suo consueto e inossidabile calore.
I convogli nel loro viaggio da Roma hanno percorso la Direttissima fino ad Orte, passando per Terni, prima di giungere ad Assisi; identico l'instradamento al ritorno.
Durante la marcia è stato vietato l'incrocio con qualsiasi altro convoglio e pertanto la circolazione è stata deviata su altre linee (la linea lenta tra Settebagni e Orte) oppure i treni sono stati fermati nelle stazioni.
Dal punto di vista logistico tutto si è svolto come previsto, nonostante le giuste preoccupazioni dei servizi di sicurezza vaticani e italiani, e l'opera silenziosa e indefessa dei ferrovieri mobilitati per l'occasione.
Dietro ad ogni viaggio del Papa, infatti, c'è sempre un'organizzazione impeccabile, se possibile resa ancora più gravosa dall'utilizzo del treno, veicolo che nasce per attraversare il paesaggio e quindi manifesta il messaggio cristiano in modo sicuramente più efficace rispetto all'immediatezza di un trasferimento in elicottero o in aereo.
Ma l'organizzazione di un treno come questo è qualcosa di complesso, e lo si comprende non solo dall'ansia dei servizi di sicurezza e dai volti tirati di chi ha passato notti insonni per una giusta regia dell'evento, ma anche dall'ordine e dall'efficienza delle locomotive tirate a lucido con colori splendenti, alle stazioni ripulite ed ornate con fiori freschi...
Ed è per questo che le Ferrovie dello Stato, del tutto all'altezza del ruolo cui, come altre volte, sono state chiamate, hanno saputo rispondere con un'efficienza tipica delle migliori ferrovie svizzere, come testimoniano le immagini e il grande clamore suscitato dall'evento.
Il Viaggio del Santo Padre del 24 gennaio riprende la tradizione dei trasferimenti in treno segnata da poche ma importanti tappe: una sorta di Giubileo ferroviario visto che l'ultimo episodio risale al lontano 4 ottobre del 1962, fatta eccezione per la visita di Papa Giovanni Paolo II all'impianto di Roma Smistamento per la giornata del ferroviere nel 1979 a bordo del celebre ETR.250 Arlecchino.
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