La maggior parte dei turisti italiani che visitano la Scandinavia lo fa in estate, per godere di condizioni climatiche più affini a quelle delle nostre latitudini, per avere molte ore di luce a disposizione e, per chi si spinge sufficientemente a nord, per vivere l'esperienza del famoso sole di mezzanotte. Solo gli appassionati di Babbo Natale, i cacciatori di aurore boreali e gli amanti degli sport sulla neve in cerca di qualche cosa di diverso dalle solite Alpi optano per la visita invernale. Oppure i curiosi come me, che da tempo avevo il desiderio di sperimentare l'inverno scandinavo, essendo quella la stagione in cui il clima locale si differenzia in modo sostanziale da quello dell'Europa mediterranea e che, di conseguenza, caratterizza maggiormente lo stile di vita e le attività quotidiane di chi vive da quelle parti. Volevo, insomma, un assaggio - pur breve - di "vera Scandinavia". E' con queste premesse, destinate - come vedremo - ad essere parzialmente sovvertite dall'inverno più caldo degli ultimi due secoli, che verso la fine dello scorso mese di febbraio mi sono recato in Finlandia per un soggiorno di una settimana, trascorso in parte nella capitale e in parte in Lapponia.
Nel tardo pomeriggio di domenica 21 febbraio, dopo essere partito in aereo da Bologna a metà mattina e aver preso la coincidenza a Francoforte, arrivo a Helsinki in uno scenario polare nonostante la temperatura di appena 0 °C, molto alta per il periodo: è tutto bianco, nevica e i mezzi sgombraneve sono all'opera per mantenere pulite le piste e le vie di rullaggio dell'aeroporto.
Una passeggiata serale per la città, in un centro semideserto già alle 21, offre uno spettacolo di grande suggestione, con i tram che si muovono sulla coltre bianca e soprattutto il bacino principale del porto, quello dove attraccano le grandi navi passeggeri, coperto da uno strato di ghiaccio e di neve che gli conferisce un aspetto del tutto inconsueto per l'osservatore che viene dal Mediterraneo, anche se la crosta si presenta già diffusamente fratturata in lastre di piccole dimensioni, cosa che ne fa presagire una rapida scomparsa in caso di ulteriore rialzo della temperatura, come poi in effetti avverrà. Purtroppo, il buio completo che avvolge lo specchio d'acqua nella notte, la mancanza di uno stativo per stabilizzare la fotocamera e la stanchezza del viaggio mi impediscono di realizzare immagini di qualità e resa accettabili.
L'indomani, sotto un cielo grigio che diffonde una luce livida e senza ombre, mi presento verso le 9:30 alla famosa stazione centrale progettata da Eliel Saarinen, pietra miliare dell'architettura del Novecento, per salire sull'Intercity 47 per Rovaniemi delle 10:06. Visto che manca ancora più di mezz'ora alla partenza c'è il tempo per dare un'occhiata in giro e fare qualche foto, per esempio all'Allegro 784 per San Pietroburgo delle 10:00, già pronto ad accogliere i passeggeri al binario 10, disimpegnato da uno dei quattro elettrotreni Sm6 appositamente costruiti per questo servizio.
Una quindicina di minuti più tardi il mio treno raggiunge in retrocessione il paraurti del binario 7 e posso così prendere posto a bordo della vettura 3, una carrozza a due piani con ristorante al livello inferiore e posti a sedere al livello superiore.
La partenza avviene in perfetto orario, in contemporanea con l'Allegro per San Pietroburgo che si è mosso invece con qualche minuto di ritardo. Uscendo dalla stazione incrociamo anche il treno notturno "Lev Tolstoj" in arrivo da Mosca, in anticipo di circa un quarto d'ora; lo ritroverò e lo fotograferò la sera del mio penultimo giorno di permanenza in Finlandia.
La temperatura esterna è +1 °C e fuori dal finestrino, nella luce crepuscolare di una giornata completamente coperta, scorre la periferia di Helsinki, ariosa, ordinata e pulita, a misura d'uomo, del tutto diversa dalle periferie delle città italiane delle stesse dimensioni, anche di quelle urbanisticamente più avanzate ed equilibrate.
Il treno è moderno, pulitissimo ed in perfette condizioni: le premesse ideali per il viaggio di dieci ore che ho davanti a me. Fin dalla partenza il paesaggio è completamene imbiancato, ma dopo Parkano ci ritroviamo avvolti da una foschia e da un pulviscolo nevoso che lo rendono, se possibile, ancora più suggestivo, in un ininterrotto susseguirsi di boschi di abeti e di betulle, laghetti e corsi d'acqua ghiacciati. A Kokkola, dove nevica copiosamente, incrociamo allo stesso marciapiede l'Intercity 54 per Helsinki, affidato a una locomotiva Sr1 di costruzione sovietica.
Poco più di un'ora dopo, quando già incombono le prime ombre della sera, incrociamo un altro treno, effettuando una lunga sosta di oltre 20 minuti presso un posto di movimento in linea tra Oulainen e Vihanti. In questo periodo, nella zona in cui ci troviamo, le tenebre calano circa un'ora prima rispetto all'Italia; di conseguenza l'ultima parte del viaggio, da Oulu a Rovaniemi, si svolge senza poter godere della vista del paesaggio, ormai avvolto dall'oscurità e travisato dal riflesso dell'illuminazione interna sul vetro del finestrino. Meglio allora approfittarne per recarsi al piano inferiore e sperimentare il servizio ristorante, uniformandosi alla consuetudine locale che prevede la cena ad un orario molto anticipato rispetto alle abitudini dei paesi mediterranei. Le pietanze sono preparate a terra e riscaldate a bordo, come è ormai la norma praticamente in tutta Europa, ma il rapporto qualità/prezzo si rivela comunque interessante: dal menu scelgo un ottimo trancio di salmone in salsa olandese con contorno di patate e carote, accompagnato da una birra alla spina media, il tutto per la cifra, non esosa in relazione al costo della vita locale, di 21,80 €.
All'arrivo nel capoluogo lappone, al termine del lungo viaggio di circa 900 km, anche se la scena è quella di una semplice stazione ferroviaria, tra l'altro di aspetto moderno e abbastanza anonimo, scendendo sulla banchina mi ritrovo immerso nell'atmosfera fatata della notte artica: i fiocchi riempiono il cielo scuro, danzando alla luce dei lampioni nell'aria pura e in un silenzio ovattato, mentre tutto intorno i cristalli di ghiaccio del tappeto bianco, che ricopre ogni cosa, brillano come piccole gemme. La temperatura di appena 6 gradi sotto zero, insolitamente mite per il luogo e l'ora, invita a trattenersi qualche minuto, prima di guadagnare l'alloggio, per fissare lo spettacolo nella memoria della fotocamera.
L'indomani, martedì 23 febbraio, compiuto in mattinata il rito un po' ingenuo dell'attraversamento del Circolo polare, alla cui suggestione - pur senza abbandonarsi a certe ridicole stravaganze per turisti inventate dal marketing locale - è difficile sottrarsi, e visitato anche l'interessante "Arktikum", una sorta di museo dell'artico e della cultura lappone, nel pomeriggio vale la pena di fare un salto in stazione per assicurarsi di portare a casa qualche foto in luce diurna. I soggetti interessanti non mancano: sono di scena un treno in partenza per Kokkola, il materiale di uno dei due notturni per Helsinki, sottoposto in quell'orario alle attenzioni di pulitori e inservienti, e i carri auto destinati ad entrare in composizione all'altro treno notturno per la capitale, che di lì a poco saranno manovrati da una locomotiva Diesel che li accosterà alla rampa per il carico delle automobili.
Più tardi nella serata, complice la vicinanza alla stazione della pensione dove alloggio, una ulteriore, breve visita mi consente di scattare qualche foto anche all'IC 274 delle 21:15, lo stesso treno che prenderò la sera successiva per fare ritorno nella capitale.
(Fine prima parte)
(La seconda parte è stata pubblicata in Racconti di viaggio del 17/07/2016)
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