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Approfondimenti









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da Approfondimenti del 04 settembre 1998

Totò e le ferrovie

di Dario Pisani

La prima volta che andai a vedere a cinema Totò avevo poco più di sei anni e ne conservo un ricordo tutt'altro che sfumato: la sala piena di gente che rideva, il film appena iniziato (doveva trattarsi de "Il comandante"), la mia impazienza perché non vedevo ancora sul grande schermo il "principe della risata"...
Avevo poco più di dieci anni quando giunse dalla radio la notizia della morte di Totò, mentre qualche anno dopo iniziò il revival dei suoi film, nei cinemini scalcinati di città piccole e grandi... alla fine degli anni '70 questo revival sarebbe continuato sui sempre più numerosi canali TV che una legge mal applicata aveva fatto proliferare.

E' noto, per quel che riguarda i rapporti cinema - ferrovia, che essi sono molto stretti ed antichi quanto l'invenzione stessa della settima arte: uno dei primi traballanti film dei fratelli Lumiere era proprio "L'arrivo del treno alla stazione di Ciotat", convoglio da cui scendeva anche la moglie di uno dei due inventori, trainato da una possente vaporiera, cosa che seminò il panico fra i primissimi ed ingenui spettatori!
Potremmo proseguire nel citare il consolidarsi del binomio treno - cinema ricordando il western del 1903 "Il grande assalto al treno", "La roue" di Abel Gance (1922), "The general" di B. Keaton (primo esempio di film comico - avventuroso a sfondo ferroviario, 1926), fino ai più nostrani "Rotaie" di M. Camerini (1932), "Treno popolare" di R. Matarazzo, girato su un vero treno popolare ecc. ecc...

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1. Scena tratta dal film "Destinazione Piovarolo", con Totò nelle vesti di capostazione dell'omonima stazione.

Ma tornando a Totò vogliamo a modo nostro celebrare il secolo della sua nascita, ricordando il suo rapporto personale ed artistico con la ferrovia.
Cominciamo dal primo: le varie biografie fino ad oggi uscite ci dicono che il mezzo di trasporto preferito e più utilizzato dall'attore napoletano era il treno ed in particolare il vagone letto.
Le stesse biografie parlano poi della paura di Totò di servirsi dell'aereo, ma anche dell'ordine imposto al suo fedele autista Cafiero di non superare i 60 chilometri orari nella guida della Mercedes, con la quale Totò raggiungeva il set o il teatro!

E passiamo alle scene o alle situazioni dei film in cui appariva il treno quale ambientazione: come dimenticare la famosissima scena del vagone letto, nel film "Totò a colori", tratta dalla rivista di Galdieri "C'era una volta il mondo"?! Inizialmente in teatro durava si e no dieci minuti, ma alla fine della tournee quasi un'ora! Questa scena fu riproposta sia pure in maniera diversa nel 1958 nel film "Totò a Parigi", ma venne invece fedelmente ricostruita nel telefilm RAI del 1967 "Premio nobel", con il fido Castellani e Sandra Milo nella parte che era stata dell'avvenente Isa Barzizza.

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2. La scena del vagone letto, dal film "Totò a Parigi" del 1958.

Una sequenza di particolare ambientazione ferroviaria la troviamo in una pellicola del 1950, "Tototarzan", dove il nostro fugge su un convoglio trainato da una E.626, il cui macchinista viene sostituito prima dalla scimmia di Totò - Tarzan e poi da questi! Il treno compie una sorta di giro d'Italia a velocità... supersonica, con diverse sequenze in linea, debitamente accelerate in fase di ripresa, mentre in altre si nota chiaramente trattarsi di un plastico con tanto di carrozze illuminate internamente: se guardate bene vi accorgerete che i binari sono del tipo a tre rotaie, cioè a corrente alternata, sistema dominante la scena modellistica del tempo, con materiale probabilmente Rivarossi (ripeto, siamo nel 1950!).
Un salto di cinque anni e troviamo Totò capostazione nel film "Destinazione Piovarolo", coadiuvato sulla scena e sul piazzale dalla simpatica Tina Pica, nelle vesti della casellante.
In questo film, è chiaramente riconoscibile diverso materiale rotabile FS: tre locomotive 880 tra cui la 026 e la 003, una 735 ed ancora un'E.424 ed un'E.428.
Si racconta inoltre che durante la lavorazione del film, molti viaggiatori (veri!) scambiassero Totò per un vero capostazione, chiedendogli, senza peraltro riconoscerlo, informazioni, orari, ecc.!

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3. L'arrivo a Piovarolo di un treno direttissimo trainato da un'E.428, che Totò capostazione fa arrestare con l'esplosione dei petardi, per non farlo deragliare su una frana caduta in linea... ma che non c'è! (Fotogramma Mario De Prisco)

Molto divertente la situazione abitativa nel film "Totò e Marcellino" del 1958: la casa di Totò è in realtà una vettura tramviaria a due piani della STEFER (Roma) di quelle che erano utilizzate per le linee dei Castelli.
Totò, dopo esservi entrato azionando una manovella d'apertura della porta, alza il trolley per... "fornirsi" di corrente dalla linea aerea, accendendo luci ed un fornelletto: ecco pronta "a tazzulella 'e cafè", per la cui macinatura usa invece la manovella del banco di guida, ormai ridotto appunto a macinino!!!
Segnalo ancora il transito di una 880 nel film "I soliti ignoti" dove però Totò compare solo in 4-5 scene.
Altra pellicola dove si possono incontrare vecchi rotabili FS è il famosissimo "Totò, Peppino e...la malafemmina": i due attori arrivano sotto le tettoie di Milano Centrale con un treno trainato da una E.428 di 1a serie e nella sequenza che mostra l'arrivo del convoglio sugli scambi d'entrata non vi sarà difficile scorgere una 835 in servizio di manovra.
Sempre nello stesso film segnalo la partenza del nipote (Teddy Reno) per l'università con un convoglio a vapore (ma la locomotiva non si vede).

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4. Locandina del film "Totò, Peppino e...la malafemmina".

Ricordo infine una sequenza alla stazione di Formia con Renzo Palmer, dove Totò sale su un convoglio trainato da un'altra E.428: si tratta del film "Chi si ferma è perduto" che vede Peppino ed il principe De Curtis gareggiare in cortesie per accaparrarsi le simpatie di un ispettore della ditta ove lavorano.
Ma la grande ammirazione che ho per il "principe della risata" non si limita ai film citati in questo articolo, bensì spazia a tutti gli oltre 100 titoli che il grande comico ha realizzato, accompagnando la rinascita dell'Italia dalle rovine del conflitto...

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5. Ancora un'immagine da "Destinazione Piovarolo": sullo sfondo è riconoscibile una locomotiva del gruppo 735. (Fotogramma Mario De Prisco)

Dario Pisani - 04 settembre 1998

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