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Approfondimenti









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da Approfondimenti del 03 novembre 1998

La più bella del reame

di Aurelio Basso

Durante i miei tanti viaggi di servizio, ho chiesto ad un certo numero di macchinisti quale ritenevano che fosse la locomotiva esteticamente più elegante e gradevole, senza tener conto quindi delle prestazioni o del confort di guida.

Qualche nostalgico ha menzionato la E.428 di II serie, per la sua maestosità, mentre i ferrovieri più giovani trovano la E.402 (la rossa) la più bella del parco trazione.

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1. Le E.402 "rosse" hanno riscosso le preferenze dei macchinisti più giovani. Nella foto E.402.027 e 009, fresche di consegna in deposito a Napoli Smistamento (Foto David Campione, 5 novembre 1994)

Parecchie perplessità sono sorte intorno alla scelta dei colori: lo schema blu/grigio è stato definito il più "serio" mentre lo schema di coloritura della Corporate Identity è piaciuto a pochi, specie per le E.632/633 ed E.652, che già di per se sono macchine dalle forme poco aerodinamiche, rese alquanto goffe dal verde tagliato in linea verticale del frontale, per non parlare poi delle E.424 che sono preferite addirittura castano-isabella.

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2. L'E.632.016 nei nuovi colori della Corporate Identity, in testa ad un treno regionale a Milano Centrale (Foto Aurelio Basso, 13 marzo 1998)

Le E.402B invece, sebbene non fra le più gettonate, hanno colori gradevoli che ricordano, alla lontana, un po' i fasti del verde magnolia e grigio nebbia, adottato all'epoca delle tanto amate modanature di alluminio, che correvano lungo le fiancate e sulla testata delle E.646.
Queste ultime, nella versione navetta, sono state considerate degli ibridi, mentre le "variazioni sul tema" delle E.636.080 ed E.636.284 "Camilla" non hanno riscosso né biasimo né lode.

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3. Nel sondaggio non ha riscosso particolari preferenze l'E.636.080, che anni addietro ricevette sperimentalmente la livrea degli E.656 ed E.444 (Foto Aurelio Basso, 16 dicembre 1993)

Non hanno fatto testo le E.636 ed E.645, risultate un po' "banali" nelle forme e nei colori, mentre pochi anziani colleghi hanno ricordato le E.626 come "classiche locomotive italiane", "ciucci di fatica" per i napoletani, locomotive da battaglia, per i più ossequiosi del corretto lessico; scomodissime, ma dall'innegabile pregio di un'ottima flessibilità di impiego e facilità di guida.
Io stesso, che ho prestato servizio nell'officina manutenzione locomotive di Napoli Smistamento come operaio elettricista, ricordo le E.626 come macchine nelle quali la ricerca guasti era una passeggiata, grazie al facile accesso alle apparecchiature, specie nella cabina A.T. (Alta Tensione), ed alla semplicità degli schemi elettrici.

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4. Due cosiddetti "ciucci di fatica" fotografati quando erano ancora in servizio: E.626.178 e 378 in sosta nel deposito di Napoli Smistamento (Foto David Campione, 27 aprile 1994)

Tornando alle opinioni dei macchinisti, su una ventina di questi interpellati, tre o quattro hanno ricordato la vecchia Tartaruga con qualche nostalgia, mentre il fascino del vapore resta a molti ormai sconosciuto.

Ma la maggior parte di chi passa molte ore della giornata a bordo del locomotore (circa il 60%) mi ha riferito che a tutt'oggi la E.656 è sicuramente la macchina più "macchina"!
Difatti, a più di vent'anni dall'entrata in servizio dei primi Caimani, quella che fu definita l'ammiraglia del parco trazione FS continua ad essere, a dispetto delle ultime nate, la più bella del reame.
Un primato destinato ad essere mantenuto ancora per molto.

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5. La più bella del reame: E.656.502 in deposito a Roma San Lorenzo (Foto David Campione, 8 gennaio 1998)

Aurelio Basso - 03 novembre 1998

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