Bisognava decidere...la solita vacanza tutto compreso in riva al mare o un giorno e mezzo, bevande e mance escluse sull'Orient Express?
Neanche la soddisfazione di titubare, la scelta, immediata e sicura: un giorno da leone.
"Lui" avrebbe appagato la sua voglia di treni, io la mia, di ricerca sul costume.
L'unico problema consisteva nell'assecondare la richiesta velata degli opuscoli di attenersi scrupolosamente al tono dell'ambiente o farci prendere dalla pigrizia ed infilare in valigia i soliti abiti 24 ore?
Ragionevolmente decidemmo di portarci qualcosa che corrispondesse all'estremo rimedio del male estremo.
Il vagone letto ci trasportò a Venezia e credo che la partenza sia stata programmata in questa città, per regalare il massimo delle emozioni a chi intraprende il più mitico dei viaggi.
Ero soprattutto curiosa di conoscere i miei compagni di viaggio per vedere come fossero equipaggiati.
Nel salottino appositamente adibito ad accoglierci nella stazione di Venezia Santa Lucia, rimanemmo perplessi nell'incrociare gente così eterogenea da confonderci le idee. C'erano sposini tedeschi molto semplicemente vestiti, giapponesi piuttosto anonimi, italiani che cercavano di adeguarsi alla situazione, ma ahi noi, anziane signore americane assolutamente fuori luogo nell'abbigliamento e nel bagaglio, esibivano chili di mele che sparpagliate dappertutto lasciavano intendere una convivenza invadente e trasgressiva.
Mentre "lui" spiava l'arrivo del treno, io trattenevo l'inquietudine dell'attesa quando il mio orizzonte fu riempito da una figura con cappello e "mise" decisamente in tono: una signora accompagnata da una dolcissima ragazza dalla grande somiglianza, anche lei con grande paglia che le incorniciava il viso ed in mano un bouquet di fiori dai caldi toni e dal fresco profumo.
Subito si respirò aria retrò ed avemmo tutti la certezza che il viaggio si sarebbe svolto come da programma.
Senza soffermarsi sulla bellezza del treno e l'efficienza del servizio che andrebbero valutati personalmente, posso giurare che una volta a bordo, sparirono misteriosamente le mele ed anche le signore americane assunsero un'aria di mistero che ancora non si svelava.
E all'improvviso ci rendemmo conto che ancora una volta l'Orient Express si sarebbe rivelato e questa volta a noi.
Tra lalique, intarsi, cristalli e velluti, serviti e riveriti da personale rigorosamente in scuro, tedeschi, giapponesi, italiani, americani e francesi, avevano affilato le armi dello charme ed esibivano un'eleganza impossibile da sfoggiare altrove, indossando autentici abiti anni trenta, o di ispirazione, con una disinvoltura inaspettata.
Cannottiglie, perline paillettes, cuffiette, fascette, abiti asimmetrici e preziose canotte al ginocchio ben accompagnate da smokings e abiti neri, rendevano ridicolo il mio vistoso abito a fiori anche se accompagnato da rigoroso giacchino iper griffato e guanti lunghi.
Anche "lui" non si sentiva proprio a suo agio anche se aveva lasciato a casa lo spezzato e mentre la signora sorseggiava champagne nel suo abito rosa carnicino ininterrottamente decorato e sua figlia in abito da debuttante con scollo a cuore flirtava con un giovane rampollo, noi ci lasciammo catturare dall'atmosfera, pensando che nel corri-corri del quotidiano c'è un momento che vale la pena di vivere perché è al di fuori del tempo e in quel momento è il costume che... fa moda.
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